Commentario abbreviato:Atti 26:2012 Versetti 12-23 Paolo fu reso cristiano dalla potenza divina, da una rivelazione di Cristo a lui e in lui, quando era nel pieno del suo peccato. Fu fatto ministro per autorità divina: lo stesso Gesù che gli apparve in quella luce gloriosa gli ordinò di predicare il Vangelo ai Gentili. Un mondo che siede nelle tenebre deve essere illuminato; bisogna far conoscere le cose che appartengono alla loro pace eterna a coloro che ancora le ignorano. Un mondo che giace nella malvagità deve essere santificato e riformato; non basta che gli occhi si aprano, bisogna che il cuore si rinnovi; non basta che si passi dalle tenebre alla luce, ma bisogna che si passi dal potere di Satana a Dio. Tutti coloro che si allontanano dal peccato e si rivolgono a Dio, non solo sono perdonati, ma hanno diritto a una ricca eredità. Il perdono dei peccati fa sì che questo avvenga. Nessuno può essere felice se non è santo; e per essere santi in cielo dobbiamo prima essere santi sulla terra. Siamo resi santi e salvati dalla fede in Cristo, con la quale ci affidiamo a Cristo come Signore della nostra giustizia e ci abbandoniamo a lui come Signore del nostro potere; con questo riceviamo la remissione dei peccati, il dono dello Spirito Santo e la vita eterna. La croce di Cristo era una pietra d'inciampo per i Giudei, che si infuriarono per il fatto che Paolo predicasse l'adempimento delle predizioni dell'Antico Testamento. Cristo doveva essere il primo a risorgere dai morti, il Capo o il principale. Inoltre, era stato predetto dai profeti che i Gentili sarebbero stati portati alla conoscenza di Dio dal Messia; e che cosa poteva dispiacere ai Giudei in questo? Così il vero convertito può dare una ragione della sua speranza e un buon resoconto del cambiamento che si manifesta in lui. Eppure, per essere andati in giro e aver invitato gli uomini a pentirsi e a convertirsi, un gran numero di persone è stato biasimato e perseguitato. Riferimenti incrociati:Atti 26:20At 9:19-22; 11:26-30 Dimensione testo: |